Misteri Dolorosi meditati con S.Antonio da Padova

Misteri Dolorosi meditati con S.Antonio da Padova – Venerdi 17 novembre 2017

Si propone uno schema per la meditazione dei misteri dolorosi del Santo Rosario con sant’Antonio di Padova, redatto dal Rev. P. Alessandro Ratti, OFM Conv. – Cappellano dell’Arciconfraternita del Santo.

1. Nel primo mistero doloroso contempliamo: L’agonia di Gesù che prega e suda sangue nell’orto degli ulivi

Scrive s. Antonio: Nella creazione del mondo il Signore non ha faticato, perché «ha fatto tutte le cose che ha voluto» (Sal 134,6); ma nel ri-crearlo faticò tanto che «il suo sudore divenne come gocce di sangue che scorrevano in terra» (Lc 22,44). Se provò così grande sofferenza nella preghiera, quanta – credi – dovette provarne nella crocifissione? Il Signore quindi faticò e così ci strappò dalle mani del diavolo. Invece noi, peccando mortalmente, ricadiamo nelle mani del diavolo e per quanto sta in noi rendiamo vana la fatica del Signore.

2. Nel secondo mistero doloroso contempliamo: La flagellazione di Gesù alla colonna

Dice s. Antonio: Affinché il  flagello della morte eterna e la potenza del diavolo non ci colpisse, il Dio di tutti, il Figlio di Dio, fu legato alla colonna come malfattore, e spietatamente flagellato, tanto da sprizzare sangue da ogni parte del corpo. Ma, ahimè, Ponzio Pilato flagella ancora e di nuovo Gesù Cristo [in colui che] con la sua bocca blasfema e con il martello della lingua colpisce e flagella Cristo nelle sue membra: allontanatosi dalla presenza del Signore di uno dice che è superbo, dell’altro che è goloso e, per apparire lui stesso innocente, giudica gli altri colpevoli, e così maschera la sua cattiveria infamando tanti altri.

3. Nel terzo mistero doloroso contempliamo: L’incoronazione di spine di Gesù

Dice il re Davide: «Danzerò, davanti al Signore e mi abbasserò ancor più di quanto ho fatto oggi, e mi farò umile, spregevole ai miei occhi» (2Re 6,22). E di questa «danza» parla la Sapienza del Padre nel libro dei Proverbi: «Mi deliziavo tutti i giorni, danzando davanti a Dio, giocando sul globo terrestre, trovando le mie delizie tra i figli degli uomini» (Pro 8,30-31).Il Figlio, il buon Gesù, danzava davanti al Padre quando veniva tradito dal discepolo, quando legato alla colonna veniva flagellato, quando veniva schernito da Erode,  coronato di spine, colpito con schiaffi e pugni e lordato di sputi; quando il suo volto velato veniva percosso con la canna e gli veniva strappata la barba. Danzava anche quando, portando la sua croce, uscì verso il calvario, dove venne crocifisso dai soldati, deriso dai capi dei sacerdoti, abbeverato di fiele e di aceto e il suo fianco fu trapassato dalla lancia. Ecco in che modo la Sapienza di Dio danzò e si rese spregevole sopra il globo terrestre. Ecco quali delizie trovò tra i figli degli uomini! A questa danza si unisce, per quanto gli è possibile, colui che è veramente umile, colui che quanto più si rende spregevole ai propri occhi, tanto più diventa sublime davanti agli occhi di Dio.

4. Nel quarto mistero doloroso contempliamo: Gesù è caricato della Croce

Scrive s. Antonio: Gesù fu paziente sotto i flagelli, gli schiaffi, gli sputi; disse infatti per bocca di Isaia: “Ho reso la mia faccia come pietra durissima” (Is 50,7). La pietra, se viene percossa, non reagisce né si lamenta contro chi la percuote. Così Cristo: “Oltraggiato, non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta (1Pt 2,23). Fu poi “obbediente fino alla morte, e alla morte di croce” (Fil 2,8)…  Presumete di poter salire per altra via al riposo della luce, alla gloria della beatitudine celeste, invece che per la scala dell’umiltà, della povertà e della passione del Signore? Convincetevi che non è possibile! Ecco la parola del Signore: “Chi vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16,24). 

5. La crocifissione e la morte di GesùMedita il nostro Santo: Gesù viene crocifisso nudo tra i ladroni, viene abbeverato di fiele e aceto, viene insultato e bestemmiato dai passanti. In una parola: La vita muore per i morti.O occhi del nostro Diletto chiusi nella morte! O volto, nel quale gli angeli bramano fissare lo sguardo, chino ed esangue! O labbra, favo di miele stillante parole di vita eterna, divenute livide! O capo, tremendo agli angeli, che pende reclinato! Quelle mani, al cui tocco scomparve la lebbra, fu restituita la vista perduta, fuggì il demonio, si moltiplicò il pane: quelle mani sono trafitte dai chiodi, sono bagnate di sangue!Carissimi fratelli, raccogliamo tutte queste sofferenze e portiamole nel cuore, per poter risorgere con Gesù il terzo giorno.